20 Marzo 2023- Webinar Modern day slavery

L’Istituto Copernico Pasoli in collaborazione con la Rete “Scuola e Territorio: Educare insieme”, 

nell’ambito del Progetto “Global Citizenship Education” -      

Aggiornamento e Promozione culturale, 

propone un significativo momento di formazione in lingua inglese rivolto a studenti, docenti e al territorio intero:   

“Modern day slavery”; 

Lizzie Muir da Bristol - UK, dalle ore 11.15 alle ore 12.30,   

dialogherà in diretta streaming (   https://www.youtube.com/c/ReteSTEI  

con alcuni studenti della Rete,  con la moderazione della Prof.ssa  Fiona Clancey.

Per iscriversi all’evento formativo, per compilare il questionario di gradimento e per richiedere l’attestato di partecipazione valido ai fini dell’aggiornamento, consultare il sito: www.copernicopasoli.it/rete

 
Almeno 50 milioni. Tanti sono nel mondo i moderni schiavi, persone costrette a un lavoro o a un matrimonio forzato, che non possono rifiutare a causa di minacce, violenza, coercizione, inganno o abuso di potere. Il numero è aumentato significativamente negli ultimi cinque anni e nel 2021 era di 10 milioni in più rispetto a quanto registrato dalle stime globali del 2016. Ovviamente le maggiori vittime sono donne e bambini. Ad affermarlo è il rapporto “Global Estimates of Modern Slavery: Forced Labour and Forced Marriage” (cioè “Stime globali della schiavitù moderna: Lavoro forzato e matrimonio forzato”) che riporta dati del 2021. In particolare, delle persone coinvolte 28 milioni erano costrette al lavoro forzato e 22 milioni erano costrette in matrimonio forzato.

Lo sfruttamento sessuale ai fini commerciali rappresenta il 23 per cento di tutto il lavoro forzato. La schiavitù moderna è presente in quasi tutti i paesi del mondo e non conosce frontiere etniche, culturali o religiose, tanto che più della metà (52 per cento) del lavoro forzato e un quarto di tutti i matrimoni forzati si concentrano nei paesi a reddito medio-alto o alto. I lavoratori migranti hanno una probabilità più che tripla di essere sottoposti a lavoro forzato rispetto ai lavoratori adulti non migranti.

È sconvolgente che la schiavitù moderna continui ad esistere. Nulla può giustificare la persistenza di questo abuso fondamentale dei diritti umani”, ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), Guy Ryder. “Sappiamo cosa bisogna fare e sappiamo che si può fare. Politiche e normative nazionali efficaci sono fondamentali ma i governi non possono farlo da soli".